C’era una volta?

Colmirano – Tony y Adriana prima libera 8b/b+

 – Non è la fame ma è l’ignoranza che uccide – (cit. Litfiba “Dimmi il nome”)

C’era una volta un po’ di rispetto per i luoghi dove si andava ad arrampicare, o almeno così mi hanno insegnato. 

E’ vero, vengo da una generazione vecchia e antiquata, che è partita arrancando sul quinto grado con un dubbio nut (poco) incastrato in un fessura marcia 15 metri sotto. E sono sopravvissuto anche senza spit o archibugi vari. Ciononostante mi piace molto l’arrampicata sportiva. La trovo un modo piacevole per incrementare le proprie capacità tecnico-fisiche e fare sport all’aria aperta a stretto contatto con la natura.

Buoux – Scalata e natura dominante

Appunto. Non sminuiamo questa ultima frase: ” a stretto contatto con la natura”. Ricordiamo che senza natura non c’è arrampicata e se vogliamo preservarla dobbiamo imparare a considerare di difendere i luoghi dove la pratichiamo.

Non lasciare immondizie è doveroso. A proposito tra le immondizie sono annoverati anche i mozziconi di sigarette, gli spezzoni di corda lisa ed usurata tagliati (usati spesso per allungare i rinvii), ed il nastro che vi togliete dalle dita alla fine della giornata. Tali elementi non vengono mangiati da nessun animale selvatico, non sono invisibili e spesso poco biodegradabili. 

E se anche spazzolate gli appigli ed i segni di magnesio prima di scendere vi renderete utili agli altri utenti. Ma forse degli altri ve ne frega poco/nulla, visto che già provate disinteresse per l’ambiente nel quale trascorrete il vostro tempo libero.

Sperem ben per il futuro. Non vorrei essere costretto a marcire dentro ad un capannone a tirare prese di plastica oppure scalare in pseudo discariche.

 

Pubblicato da spazivuoti

Nato in qualche luogo pianeggiante, tra capannoni, zanzare, arte, e sullo sfondo le montagne.