Pasqua con il lupo

Da giorni non faccio che incontrare quegli occhi. Mi accompagna sempre quello sguardo, incurante dei miei pensieri reali del momento o del luogo dove mi trovo. Se anche sono trascorsi quasi 20 giorni, quando la mente è libera, mi imbatto in quel cadavere enorme completamente sventrato. Quasi sento gli ululati del branco e lo vedo chino a banchettare.         Prima, appena iniziai la salita quella spettacolare coppia di cervi era scappata lassù nel bosco, impaurita dalla mia presenza in quell’alba grigia e nevosa. Celati tra gli abeti ed i larici la schiera di occhi gialli come il fuoco, ma gelidi e penetranti avevano già progettato tutto: i cervi non sapevano che non ero io il pericolo. Poi, improvvisamente, dopo aver battuto traccia con gli sci nella neve fresca per oltre mezz’ora, una serie di impronte talmente fitta da essere irriconoscibili. Non il solito camoscio o la lepre di turno. Ascoltai il silenzio glaciale intorno mentre qualche fiocco riempiva l’aria. Un brivido mi attraversò la schiena madida di sudore per la fatica. Ebbi la percezione di essere osservato. Uno sguardo astuto, scrutatore, un timore ancestrale mi pervase. Mi fermai. Pensai, ma forse in mezzo alla natura più che pensare bisogna lasciare agire i sensi. E allora guardai. Lasciai che lo sguardo aprisse l’orizzonte oltre alla punta degli sci e, nel candore della neve, una piccola pozza di sangue alimentata da un rivolo che scendeva da un piccolo pianoro un metro sopra. Affannato salii sul pianoro e mi imbattei nel cadavere sventrato del cervo. Sconcerto. Silenzio. Stupore. Nemmeno il tempo di un’A. Non so perché ma alzai la testa e vedi LUI. Straordinario. Imperscrutabile dietro ai suoi occhi gialli, ricoperto dal pelo folto e grigio, il muso ancora imbrattato di sangue e neve. Fu come un lampo che nella notte nera illumina il paesaggio per poi farlo cadere nuovamente nell’oscurità. Un momento che non dimenticherò mai. L’incontro tra l’uomo e il lupo non si può spiegare. E’ il cacciatore che incontra la preda senza sapere a chi spetterà il ruolo di attaccare e a chi quello di fuggire.  

Pubblicato da spazivuoti

Nato in qualche luogo pianeggiante, tra capannoni, zanzare, arte, e sullo sfondo le montagne.