INCINO, IL TEMPO E LA STORIA DIMENTICATA

Come sempre quando vado a scalare ad Incino mi diverto.OLYMPUS DIGITAL CAMERA Il luogo è solitario, domina tutta la Valsugana che con il vivere veloce, passeggero e frugale della statale, quasi dimentica che arroccati alle scogliere che la fiancheggiano o adagiati nel fondovalle molti paesi vivono ancora lentamente, gustando il passare delle stagioni ed assaporando l’aria alle pendici delle montagne.

Come sempre quando vado a scalare ad Incino mi immergo nel passato. Antichi lavatoi inframmezzano l’avvicinamento alla falesia, case diroccate dove, fino a vent’anni fa, si viveva senza corrente elettrica e si arrivava solo a piedi, sentieri selciati segni di antiche fatiche e notti da contrabbandieri, l’antica strada della pietra pomice che percorriamo a piedi nell’umidità del mattino mentre le salamandre si attardano nel sentiero. E poi ancora terrazzamenti incolti che un tempo davano da vivere al paese oramai moribondo a causa di uno Stato ignorante che dimentica l’importanza dei territori subalpini salvo poi piangere i morti dovuti alle alluvioni. OLYMPUS DIGITAL CAMERAAnche gli sparuti abitanti sono antichi, rughe profonde segnano il loro viso solcato dalle fatiche, dal sole e dal freddo, quasi sempre curvi sotto il peso di fardelli di legna che ora non ci sono più ma che hanno lasciato il segno.

Come sempre quando vado ad Incino rifletto. I ragazzi che hanno chiodato questo nido sospeso, non hanno pensato solo alla qualità delle vie o alla loro bellezza, hanno pensato che chi ne fruirà non deve rimanere insensibile a quanto accaduto sul finire dello scorso Millennio a due passi da casa nostra, e affinchè ciò non si ripeta hanno denominato le vie Mostar, Il massacro di Srebrenica, Cessate il fuoco, Il mostro che dorme, Gordze oppure guardando ad eventi più lontani ma sempre belligeranti hanno creato Kabul, Donne afghane, Burka…… E oggi anche se la Primavera di questo fine Marzo pare già lasciare entrare una fettina di estate, mi ritrovo a guardare questo pesco selvatico che protende i suoi fiori rosa verso la Valle, quasi come un messaggio di pace e penso proprio al nome del tiro appena salito Neanche da questa guerra impareremo qualcosaOLYMPUS DIGITAL CAMERA.

Pubblicato da spazivuoti

Nato in qualche luogo pianeggiante, tra capannoni, zanzare, arte, e sullo sfondo le montagne.